19 Set Il sogno di Piermacchiè
Il primo innamoramento musicale avvenne attraverso un violino, ma poi fu l’incontro con il mandolino «a cambiarmi la vita», come racconta lui. E sarà stato per una sorta di riconoscenza verso questi due strumenti, visto che la musica – teatralizzata – è diventata la sua vita, che Pierangelo Favola, napoletano di 43 anni, in arte Piermacchiè, ha inventato il manviolino, che si suona con l’archetto e con il plettro, anche contemporaneamente. E che suona solo lui, perché il manviolino (opera riuscitissima, dopo che da ragazzo provò a costruirsi un violino che però non suonava) non lo ha inventato per venderlo, ma esclusivamente per la sua musica e per le sue esibizioni.
Gli studi al conservatorio
Sono tanti gli artisti di strada che possono raccontare di aver potuto trasformare la loro passione in un lavoro perché un giorno hanno fatto l’incontro giusto, sono stati notati da un professionista che li ha voluti con sé, e da lì hanno iniziato la loro carriera. Piermacchiè, invece, ha fatto la strada inversa. Lui, in realtà, l’incontro giusto lo ha fatto con se stesso. O meglio, con il suo sogno che continua a inseguire ogni giorno ma che lo ha già portato lontano, regalandogli gioie e soddisfazioni.
Diplomato al conservatorio, Pierangelo Favola, che durante gli studi si guadagnava da vivere con la “posteggia”, ha lavorato a lungo come mandolinista, chiamato di volta in volta ad accompagnare cantanti o attori. Ma voleva altro dalla vita. E non una cosa da poco: voleva diventare una maschera della commedia dell’arte. «Il mio sogno è diventare un’icona come Pulcinella, Balanzone, Arlecchino. O Totò, diverso da tutti gli altri ma anche lui a suo modo una maschera semplicemente con la sua faccia o la sua bombetta e il tight. Mi rendo conto di quanto sia alto l’obiettivo, ma l’ho detto, è un sogno. E credo che nulla debba impedirci di sognare». Con questo desiderio nel cuore, Favola creò prima il “Buffone del mandolino”, e poi diede vita s Piermacchiè. «Volevo creare un personaggio che mi rappresentasse, e l’evidente richiamo alla macchietta napoletana risponde a questo intento».
Artista del manviolino
Con il suo manviolino, un cappello a cilindro e il codino, Piermacchiè si esibisce da solo, prevalentemente in strada, anche se più volte è stato chiamato a far parte del cast di produzioni televisive. «Ho creato una spalla immaginaria, Chiappariello, una voce registrata con la quale disquisisco di questioni filosofiche. Il mio ultimo spettacolo, che si intitola “Un pensiero felice per dopo”, si basa sulla felicità che si prova quando si fa ciò che si ama fare, che, soprattutto per quanto riguarda il lavoro, non è affatto facile. Il lavoro, visto che occupa la maggior parte del nostro tempo, dovrebbe essere la prima cosa bella per ognuno di noi. Invece non sempre è così e allora bisogna almeno avere un pensiero felice per dopo. E tanti pensieri felici possono riuscire a creare una grande felicità».
I dialoghi con Chiappariello
Brani dello spettacolo saranno al centro dell’esibizione di Piermacchiè all’evento di martedì prossimo alla Masseria dello Sbirro, dove sarà presentato il nuovo vino dedicato alla sacralità di San Gennaro. «Sono stato coinvolto da alcuni amici e ho accettato volentieri l’invito. Ovviamente porto con me Chiappariello, e sicuramente qualche bicchiere ci aiuterà a trovare argomenti di discussione filosofica».
M.B.
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